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Tra i "ribelli" c'è anche l'ex nazionale Johan Djourou (Keystone)

"Questi licenziamenti sono inaccettabili"

Criticata da più parti la decisione di Constantin di rompere i contratti di nove giocatori

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Come era prevedibile, la categorica decisione del presidente del Sion Christian Constantin di chiudere, in modo repentino, i contratti con nove suoi giocatori ha suscitato diverse reazioni. "È vero che ci troviamo in una situazione particolare, ma credo che un licenziamento in tronco per non aver accettato il lavoro ridotto sia inaccettabile - ha spiegato ai microfoni di Rete Uno Sport l'avvocato Brenno Canevascini - Perché quello dell'indennità per lavoro ridotto non è un obbligo del datore di lavoro bensì è una facoltà che il dipendente può accettare o meno".

Questo licenziamento in tronco è abusivo Brenno Canevascini

Della stessa opinione anche Lucien Valloni, presidente dell'Associazione svizzera dei calciatori: "Siamo scioccati - ha detto in un'intervista rilasciata ai colleghi di Rete Uno Sport - Questi licenziamenti sono palesemente abusivi e mostrano anche un'enorme mancanza di rispetto in questa crisi. È una situazione inaccettabile: non dimentichiamoci poi che Constantin è un miliardario...". I nove giocatori avrebbero però potuto accettare, come hanno fatto i colleghi, le condizioni offerte dal presidente del Sion... "I giocatori erano pronti a negoziare altre opzioni - ha continuato Valloni - Ma non certamente una soluzione come questa, che la legge non prevede neanche".

In questo modo Constantin distrugge la sua squadra: senza questi nove giocatori va a finire in Challenge League Lucien Valloni

 

 

 
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